La neonata lista “Per Giovanni Crivello Sindaco” ha calato sul tavolo delle elezioni quello che considera un asso: tutti i suoi candidati hanno accettato di firmare una dichiarazione in sei punti, che conitne un paio di impegni spinosi.
Al punto 5 si impegnano a “tenere sempre distinta” l’azione amministrativa dalle proprie convinzioni politiche, religiose, all’appartenenza a partiti, ordini professionali e associazioni di categoria. Perché? Perché in questo modo dovrebbe essere posibile mettere in cima a tutto “l’interesse della comunità”.
Punto 6: si impegnano a non favorire o assecondare forme di “ingerenza esterna” da parte di partiti, ordini, associazioni di categoria, comunità religiose. Le loro istanze vanno “convogliate nell’ambito dei rapporti istituzionali”.
Come prima applicazione, lo stesso Crivello si è dimesso da socio della cooperativa che gestisce l’Agrigelateria San Pè e il candidato Pierantonio Pasquero da segretario della locale sezione del Pd. «Dev’essere una lista civica nel senso pieno della parola – sintetizza Crivello, che ha proposto il documento e poi l’ha elaborato assieme ai colleghi della compagine – I candidati possono avere le più diverse convinzioni partitiche, etiche o appartenere ad ordini professionali o associazioni di categoria, ma queste devono restare fuori dalla porta della loro azione amministrativa».
In teoria, come si può non essere d’accordo? In pratica, però, gli avversari catalogano questo impegno come pura demagogia: com’è possibile mettere del tutto da parte quello in cui si crede? Come si fa a stabilire se un’idea appartenga o meno alla posizione di un partito o di una categoria oppure se non sia una profonda convinzione personale, volta al bene comune?
«Certo, è difficile stabilirlo, ma credo che si possa valutare volta per volta in base alle singole situazioni – ammette Crivello - Il senso è che la scelte non siano troppo di parte: accontentare la maggioranza dei poirinesi, sapendo in partenza che non si possono però accontentare tutti».
E’ molto diverso da quello che è stato fatto finora? «Fino ad ora le scelte sono state spesso in una direzione che non era quella dell’interesse della maggior parte dei cittadini», sostiene il candidato sindaco.
Gli credono poco gli avversari: «Propositi buoni solo per lavarsi la coscienza... – è scettico Rosario Di Fiore, leader della lista Poirino Pulita – Non credo assolutamente che sia davvero possibile. Al di là delle dimissioni date o della firma apposta sul documento, le convinzioni personali rimangono. Mica si può resettare il cervello!».
Un po’ meno drastico Ilario Marchisio, alfiere di Città Nuova: «Mi sembra veramente difficile credere che si possano mettere da parte le proprie convinzioni. Tanto più che molti dei candidati avevano in passato posizioni politiche ben definite. Poi che rifiutino ingerenze partitiche nella loro lista mi pare rispettabile».
Completa il trittico di scetticismo Angelita Mollo della lista civica La Svolta: «Io non ho mai chiesto quali fossero gli orientamenti politici delle persone che sono entrate a far parte del nostro gruppo. Noi abbiamo scritto e depositato il programma contenente anche il codice etico cui devono attenersi i candidati».
La palla torna a Crivello. In concreto, come vi regolerete quando dovrete votare per assegnare contributi o decidere su chi far pesare maggiormente le imposte locali? «Per i contributi, penso che si dovrebbero privilegiare i servizi destinati soprattutto a chi è più in difficoltà. E ad associazioni e strutture utilizzate dalla maggioranza della gente. Per le tasse, non ci sono scappatoie: chi più ha più deve dare».
Ma le convinzioni politiche nascono anche da quelle etiche. Qualche esempio: il testamento biologico, le coppie di fatto... «In uno stato laico, come dovrebbe essere davvero il nostro, devono essere garantiti tutti nei diritti fondamentali, come quelli citati. Credo che lo stato o i comuni molto più in piccolo, debbano garantire la libertà di scelta. Poi ciascuno può aderire o no, in base alle proprie convinzioni. Si tratta di offrire possibilità non di imporre obblighi».
Tutti i candidati hanno firmato l’impegno. Ma chi controllerà se lo manterranno? E chi sarà chiamato a giudicarli, se qualcuno dovesse sgarrare? «Non ci sarà un collegio di probiviri, ma si deciderà tutti insieme», replica Crivello. «Decisioni collettive ma sicuramente avallate dal sindaco stesso - aggiunge Pasquero in caso di vittoria - che ha anche il ruolo di tenere insieme il gruppo e di verificare la correttezza amministrativa».
Per le sanzioni contro chi scantona, Crivello si rifà a un sistema tradizionale: «La prima e la seconda volta viene ripreso ma alla terza chiederemo le dimissioni. Se non le darà, verrà estromesso».
Mario Grieco, edizione del 20/05/2014
www.corrierechieri.it/art/Un solenne impegno che impedirà conflitti di interessi oppure demagogia prelettorale?
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