lunedì 19 luglio 2010

Poirino,Avis verso la chiusura. La vecchia sede non regge e quella nuova non si sblocca

POIRINO - Dopo cinquant’anni di attività, a settembre l’Avis potrebbe ruidurre di molto le sue attività, se non chiudere. Motivo: il Comune non ha 10.000 euro per sistemare la nuova sede. E in marzo è scaduta la nuova proroga all’attività concessa dall’Asl. A inizio mese, poi, l’azienda sanitaria ha inviato una nuova lettera in cui ricorda che la sede attuale, in via Indipendenza 48, è fuori norma.


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Visita ai druidi nel bosco poirinese

POIRINO - Sono soltanto degli alberelli. Però custodiscono la conoscenza e le suggestioni dei druidi, maghi e sapienti che legavano le forze della natura alla vita degli antichi Celti.


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Visita ai druidi nel bosco poirinese

POIRINO - Sono soltanto degli alberelli. Però custodiscono la conoscenza e le suggestioni dei druidi, maghi e sapienti che legavano le forze della natura alla vita degli antichi Celti. Questo vuole essere il “Bosco di Passatempo” ai Marocchi: un’area di 5.000 metri quadrati con piante sacre, su cui l’antico popolo leggeva l’oroscopo degli uomini. La loro era una cultura orale, completamente radicata nei tempi e nei ritmi della natura. Le piante ad alto fusto erano abbinate ai periodi dell’anno solare e dunque ai nati nei vari periodi. Ed era una cultura guidata da una concezione circolare del tempo, la più ancestrale: tutto nasce, cresce e muore in un movimento infinito che ripete se stesso, fino alla reincarnazione. Per loro non avevano senso concetti come “progresso” o “sviluppo”, su cui si fonda l’uomo occidentale moderno. Infatti il mondo romano, con il suo progresso tecnologico e sociale, li distrusse. «Per questo il nome è Passatempo. Anche il suo simbolo sarà studiato partendo dal triplo cerchio celtico che simboleggia l’unione di passato, presente e futuro», introduce nel bosco Mariangela Marocco, titolare dell’agriturismo Fricandò in via Nino Costa, su cui si affaccia ispirata ai Celti. L’idea è nata due anni fa: «Due attori ci hanno regalato un pero e un melo e l’ anno seguente due ciliegi, che ora fanno da sentinelle a un anfiteatro di alberi. Sono regali insoliti. Abbiamo pensato di unire il messaggio di attenzione per l’ambiente a qualcosa di più coinvolgente per i visitatori». Oltre alle ventun piante dell’oroscopo celtico, ne sono state messe altre per creare spazi; una sorta di piazzetta si apre in mezzo a salici, pioppi e cipressi. «Con questi tre tipi di quinte differenti si creeranno atmosfere uniche per ambientare letture e rappresentazioni », accenna Marocco. Si è pensato anche ai bambini, perché trenta alberi di nocciolo definiscono la sagoma di una piazzetta che sarà dedicata alle attività con i più piccoli e per questo già chiamata “Cip e Ciop”, in onore ai due noti scoiattoli della Disney. «Speriamo che il bosco diventi davvero una casa per gli scoiattoli. Contatteremo anche la Lipu per sapere se vi sono progetti per il ripopolamento di alcune specie di uccelli». Il bosco, che confina con una strada sterrata, sarà delimitato per metà da una siepe che costituirà anche una barriera naturale contro il freddo dell’inverno. «Ci sono ancora tanti particolari da sistemare, ma la parte più grossa è fatta», mostra Marocco. Lo zio Bartolomeo Quattrocolo, di casa a Cascina San Carlo, è stato nominato “guardiano del bosco”: è lui a controllare che le piante non patiscano il freddo, abbiano abbastanza acqua e quali necessitano di potatura: «Il bosco sorge su un terreno che drena bene. Fino ad una decina di anni fa qui c’era una peschiera, poi è stata riportata tanta terra per coprirla – spiega il 65enne, esperto potatore d amante delle piante con fiori - Questi alberi vogliono un terreno per lo più asciutto: prima di piantarli, in alcuni punti, abbiamo calcolato una lieve pendenza per quelli più delicati perché ogni albero ha le sue esigenze». Il primo disegno del bosco è stato fatto da un architetto, ma il progetto ha subito modifiche per avvicinarsi a un aspetto più rustico e naturale, senza dimenticare le esigenze delle varie essenze. «Per fare un esempio, il carpino si trova bene vicino all’ulivo, ma non al salice. E l’ulivo non deve essere molto esposto, perché va protetto dal gelo d’inverno ». Tutti potranno accedere al Bosco di Passatempo gratuitamente. Ci saranno orari di apertura e si potrà visitare anche su prenotazione: «L’organizzazione è ancora da definire, ma vogliamo trovare un modo per controllo l’afflusso di persone. A chi entra sarà dato il decalogo con le regole per rispettare l’area – accenna Marocco – Su ogni albero, sarà poi messo un cartello per illustrare le caratteristiche caratteriali di chi è nato sotto quella pianta secondo l’oroscopo celtico». Tra gli alberi sarà creato un percorso guidato. «Diventerà un’oasi per passeggiare e leggere in tranquillità. Per questo, accanto a ogni pianta, posizioneremo una panchina in legno». In scaletta c’è anche il coinvolgimento delle scuole in attività didattiche; le visite guidate si dovranno prenotare. In autunno potrebbero partire le prime iniziative nel bosco. Per esempio un incontro con una grafologa che, al termine del percorso, proporrà il test dell’albero per interpretare la propria personalità come avrebbe magari fatto un druido dalla barba bianca. Intanto, tra chi ha saputo che il bosco sta prendendo forma, c’è anche chi ha già chiesto di poter portare li il proprio albero di Natale: «Stiamo pensando se realizzare uno spazio-riposo per abeti e pini – immagina Marocco – Calmi, facciamo un passo alla volta. Però, certo che sarebbe bello ricostruire un villaggio di Natale... ».


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giovedì 15 luglio 2010

Pregare disturba la quiete

POIRINO - Coltivare lo spirito disturba la quiete pubblica? E’ meglio pregare vicino alle case oppure tra le fabbriche? Fa discutere l’orientamento del Consiglio comunale, che la scorsa settimana ha affrontato la richiesta dei Testimoni di Geova per avere un terreno pubblico su cui edificare una propria “sala del regno”. I politici poirinesi, infatti, hanno deciso due cose. Primo: redigere un regolamento da applicare in questa e nelle future richieste analoghe. Secondo: valutare una variante al piano regolatore, che consenta di costruire chiese, sale, moschee nelle aree industriali. Templi di fianco alle ciminiere... Il passato dell’umanità racconta un’altra storia: templi nel cuore di paesi e città per servire le loro comunità (e mostrare il proprio potere); oppure templi sulle montagne, nei boschi per pregare e meditare senza essere disturbati. Qui, invece, la preoccupazione è rovesciata: sono le funzioni religiose a poter creare problemi alla gente; problemi di parcheggio. Applicando lo stesso concetto, dovrebbero essere relegate tra le fabbriche tutte le attività che inducono traffico: sportelli pubblici, posta, ambulatori... Perfino i bar e i negozi. Invece, pare che le vetrine disturbino meno delle vetrate: la vendita di merci sì, la vendita di spirito no. E’ giusto così? I Testimoni di Geova sono abituati ad essere messi ai margini e l’addetto stampa Alberto Bertone non si scandalizza: «Non ci formalizziamo su queste cose. Purché sia un posto facilmente raggiungibile ci va bene. Anzi, potrebbe essere meno di disturbo per la gente». Con senso pratico, Bertone fa un discorso economico: «Una sala in centro sicuramente costerebbe di più. Dato che faremo tutto con le nostre forze, dobbiamo badare anche al costo del terreno. In ogni caso non ci sentiamo emarginati ». Molto diversa l’opinione di Yassin Lafram, componente del direttivo nazionale dei giovani musulmani d’Italia, che vive a Torino: «Mi pare un’ipotesi assolutamente riduttiva. Come è possibile che in pieno centro ci siano discoteche, bar e pub che creano disagi e su questo si chiude un occhio. Se invece devo pregare devo andare in periferia. O magari nascondermi? ». In effetti, dietro l’indicazione del Consiglio comunale si potrebbe leggere qualcosa di più: il timore che prendano piede religioni culturalmente distanti dall’Occidente. Magari l’Islam: una moschea in centro a Poirino farebbe venire i brividi a più di un politico. In periferia, invece... Ma il sindaco Sergio Tamagnone respinge l’idea di un intento discriminatorio: «Anche se fosse una chiesa cattolica, costruendola in centro nascerebbero sicuramente problemi ». Tamagnone conferma la sua filosofia: «Crea problemi qualsiasi altro tipo di edificio che richiami molto pubblico, anche un supermercato. Comunque, non ho detto che gli edifici di culto debbano andare per forza in zona produttive: va bene anche una zona centrale, se ha spazi per i parcheggi. Però, se è prevedibile che richiamino parecchia gente, incentiviamo una scelta in periferia». Tra i politici dichiaratamente cattolici c’è Franco Gambino, ex sindaco che ha seguito lo sviluppo urbanistico di Poirino dagli anni Novanta. Lui non si sorprende: «Le ultime chiese nei centri dei paesi sono state costruite quattro secoli fa, quando la pressione della mobilità urbana non era paragonabile a oggi. Ora gli spazi sono un po’ ristretti ed è logico che un sindaco si preoccupi d traffico e parcheggi». Secondo Gambino, se gli edifici di culto debbano andare in zone industriali od altrove «sono valutazioni urbanistiche piuttosto che culturali. L’importante è che sia garantita la libertà di culto, a prescindere dalla logistica». Non si sbilancia don Mietek Olowski, parroco a Cambiano e coordinatore dell’Unità Pastorale della zona: «Non credo che centro o periferia siano un problema vero: l’importante è consentire la libertà di fede. Ci vuole buon senso ». Nel buon senso deve trovare spazio anche la conciliazione tra esigenze e sili di vita differenti: «Bisogna stare attenti, perché ci sono orari e modi di esprimersi diversi nelle diverse religioni – considera don Olowski – Certo, se mai costruissero una moschea davanti all’oratorio qualcuno la potrebbe leggere quasi come una concorrenza. E’ giusto che ci sia libertà e autonomia per tutte le confessioni, ma è anche corretto pianificare in modo che non ci siano motivi di frizione fra la gente. Comuque, voglio anche ricordare che in alcuni paesi musulmani non è consentita la costruzione di chiese cristiane, nemmeno in periferia». Chiede di superare gli steccati Lafram: «Bisogna avere il coraggio di affrontare il problema di tutte le libertà di culto. Non si risolvono i problemi mettendo lontani i luoghi di culto. Si evita solo di affrontare il problema. Se c’è la volontà reale di integrare culture diverse le comunità straniere non devono essere ghettizzate. E allora c’è da chiedersi: sono i musulmani o i testimoni di Geova che non si integrano oppure è la società che li emargina?». Gambino, realisticamente, ammette che il timore di vedere fronteggiarsi campanile e minareto ci può essere in molti: «Ci vuole molta prudenza per non innescare inutili frizioni. Poi occorre considerare che ci sono esigenze, modi e tempi diversi nelle varie confessioni. D’altra parte, anche nei paesi musulmani per quel che ne so io, le moschee vengono edificate in zone periferiche o comunque con grandi spazi attorno». Ribadisce l’invito alla cautela Tamagnone: «Bisogna tenere in considerazione tutti i fattori per non suscitare malumori. Magari ingiustificati, ma non per questo meno dannosi ». Ma cos’è più dannoso: la vicinanza fra diversi o la spinta dei diversi verso i margini? «I musulmani sono quelli più presi di mira perché ci sono partiti che creano preconcetti e alimentano le paure della gente - sostiene Lafram - Ma mi chiedo: come possono aver voglia di integrarsi o sentirsi parte di una nazione dei ragazzi arabi che siano sempre costretti a pregare dentro magazzini o scantinati?».


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Notte bianca poirinese fra musica e mercatini

POIRINO - Musica, cibo, balli e divertimenti per tutta la notte. Anche i negozi rimarranno aperti domani, sabato, durante la quarta edizione della “Notte bianca” poirinese: «Una serata per incotrarsi, per creare un momento lieto di aggregazione – presenta l’evento Delfina Novara, assessore al commercio – Deve essere un momento per stare insieme, come principio di socialità e divertimento. Speriamo di ripetere il successo dello scorso anno, quano fino alle 4,30 del mattino c’era gente in giro per il centro del paese».


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giovedì 8 luglio 2010

Geova bussa a Poirino: cerca una casa

POIRINO - Quanti poirinesi servono perché il Comune dia la terra dove costruire un loro tempio? Il 5 per cento? Sono troppi? Sono pochi? Dovrà rispondere a questa domanda il Consiglio comunale.


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lunedì 5 luglio 2010

Sempre piu' solare

POIRINO - Altri pannelli solari cresceranno a produrre elettricità a Ternavasso: dopo il mega-intervento di Paolo Thaon di Revel, due impianti da poco meno di 600 kilowatt di potenza massima totale verranno costruiti sui terreni della Cascina Ruà.


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giovedì 1 luglio 2010

Prostitute, seccatori cercansi

POIRINO - Sulla strada per Chieri, su quella per Carmagnola, a volte verso Villanova e nella zona di Ternavasso. Questi i posti dove sostano le prostitute nel territorio poirinese. E dove, probabilmente, continueranno a sostare. Il gruppo di minoranza della Svolta solleva infatti il problema, ma dal sindaco giunge una risposta disincantata: finché non sarà reato, poco si potrà fare contro il mercato del sesso.


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